Vent'anni di scelte rigorose, di straordinarie relazioni internazionali, di lavoro sul territorio, di alleanze produttive, di tutela dei progetti artistici, di caparbia ricerca di contributi, di fiducia ottenuta, di coraggiosi auto-finanziamenti, di premi. Dal 1996 a oggi, da Galatea Ranzi alle She She Pop : venti edizioni di un Festival diventato un'eccellenza europea anche grazie alla collaborazione appassionata di autori, registi, attori, performer. Guardare indietro vuol dire ripensare agli incontri, agli spettacoli presentati al pubblico, agli applausi, alle critiche entusiaste, anche alle proposte contestate. Vuol dire ricordare Marisa Fabbri e Peter Brook, Wajdi Mouawad e Motus, Emma Dante e Antonio Latella, Valère Novarina e la Socìetas Raffaello Sanzio, Roberto Herlitzka e Rodrigo García, Pippo Delbono e Toshiki Okada, Laurent Poitrenaux e Judith Malina, Clotide Hesme e Ermanna Montanari. Straordinari nomi, tra i tanti, di cui va orgoglioso un piccolo Festival indipendente, governato da poche persone, con un giovane e tenace staff, con una formidabile équipe tecnica e un gruppo di professionisti che hanno accettato di condividere quando ci sono state (e ci sono state) le difficoltà, i tagli ingiustificati. Allorché le difficoltà sono diventate troppe qualche sponsor pubblico e privato, qualche partner, qualche amico, tanti artisti, hanno incoraggiato gli sforzi del Festival con nuovo e straordinario slancio. Oggi si può dire che Torino Creazione Contemporanea, Festival delle Colline Torinesi appartenga non ai direttori, non ai pochi associati ma a un'ampia collettività, sia vanto di una cittá,di una regione.