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LA VERA CUCINA CASALINGA sana, economica e delicata

00231
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Francesco Chapusot

f.to 11,5x17,8 cm - 680 pagine

ISBN 978-88-7889-275-0

Dal saggio introduttivo di Domenico Musci: « ... Il ritratto dell’autore finemente inciso ci tramanda l’immagine di un fiero personaggio elegantemente vestito con giacca, panciotto, la cravatta annodata, che fissandoci, sembra enunciare direttamente la frase stampata al di sotto dell’ovale: “L’arte di conservare la salute sta nella chimica applicata all’apparecchio semplice degli alimenti”. La pagina a fronte reca il primo titolo “Cucina Casalinga di Francesco Chapusot”, con la sintesi di un addobbo in tavola, con trionfo di cinghiale, un sostegno con frutta, calice e bottiglie, la seconda completa con il concetto: “La semplicità delle preparazioni è la base del vitto salutare”, entrambe le pagine sono decorate con una calligrafica cornice floreale. Nella pagina successiva appare il titolo completo “La vera Cucina Casalinga sana, economica e dilicata” e si arricchisce di un ulteriore concetto “Gourmandise n’est pas friandise. La farmacia domestica è in cucina. Lo stesso piatto può essere un balsamo od un veleno”. Ma vediamo chi è questo personaggio che interrompe un lungo vuoto di libri gastronomici in Piemonte ... Francesco Chapusot si presenta al pubblico, per la prima volta, con un appiglio moderno nel 1846 proponendo “La cucina sana, economica ed elegantesecondo le stagioni” in quattro fascicoli per le quattro stagioni dell’anno con distribuzione al principio di ogni stagione in Torino ... nasce a Plombières-les-Dijon nel 1799 ed è capo cuoco di Ralph D’Abercromby, ambasciatore d’Inghilterra a Torino dal 1841 al 1851; Chapusot si stabilisce a Torino dove si sposa due volte e aumenta la propria famiglia con la nascita del figlio Vittorio dalle seconde nozze. È molto importante la presenza del diplomatico inglese nello stato sabaudo, in funzione di appoggio e mediazione con l'Austria, al corrente e partecipe direttamente alla politica di casa Savoia, è indicativa la testimonianza del colloquio con Carlo Alberto nel 1848 ... La stessa Mary Abercromby è molto attiva nella vita sociale ed intellettuale in città ricevendo tutte le sere a Palazzo Cisterna sia liberali come Cavour, D’Azeglio, Balbo, sia i cosiddetti codini come Revel e Boyl. Da queste frequentazioni si comprende meglio quale importanza avesse il qualificato cuoco alle loro dipendenze, che entra in contatto con la migliore società torinese ...».

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